A quasi un anno di distanza dal tragico evento climatico che ha colpito il Veneto, si è deciso che il legno potrà essere recuperato per essere trasformato in biocarburante per centrali termoelettriche. Una storia tragica che però ha un lieto fine e che dimostra quanto sia importante agire concretamente per l’ambiente.
Il 2 novembre 2018 ha visto uno degli episodi più tristi del Nord Italia. I territori più colpiti furono le provincie di Belluno e Treviso. Le tempeste, iniziate tra il 28 e il 29 ottobre, diedero vita ad alluvioni ed allagamenti. Il Piave, esondando, finì con il provocare non pochi danni a diversi comuni.
Alla forza dirompente dell’acqua si aggiunse anche l’impeto del vento. I detriti delle numerose frane confluirono nelle turbinose correnti, le stesse che sradicarono e trascinarono i secolari alberi delle foreste venete. I numeri parlano chiaro: oltre 41.000 ettari sradicati da correnti di scirocco, che arrivarono a toccare persino i 200 Km/h. Il dato del legname abbattuto segna un triste record per la nostra penisola, con 8,6 milioni di metri cubi.
I comuni delle province interessate vissero ore di apprensione. Il potere del ciclone “Vaia” si abbatté sia contro l’ambiente sia contro le attività umane. A detta del presidente della regione Luca Zaia, la situazione comportò danni superiori persino a quelli conseguiti alle alluvioni del 2010 e del ’66. Non per niente venne richiesto l’intervento della protezione civile.
Il computo finale superò, complessivamente, il miliardo di euro in danni. A farne le spese furono soprattutto le piccole imprese artigiane. Oltre ai danni ingenti ad abitazioni, studi ed officine, si registrarono anche quelli collaterali legati al blocco dei trasporti. Molte strade rimasero bloccate per giorni. In numerosi comuni si registrarono anche blackout durati un paio di giorni. I commercianti si ritrovarono costretti tenere chiuse le proprie attività, privati dei rifornimenti dei corrieri e senza corrente elettrica per alimentare frigoriferi e macchinari.
A fronte dei disagi e degli ingenti danni registrati, enti come l’Ebav (ente bilaterale per l’artigianato veneto) si misero subito all’opera, in collaborazione con CISL, per fornire risarcimenti fino a 5000 euro proprio per le attività maggiormente colpite. Vennero sospese le tassazioni sulle zone maggiormente colpite e disposti milioni in fondi per il sostegno alla popolazione.
L’eccezionalità di un evento di tale portata ha lasciato strascichi, anche a mesi di distanza. Molti, tra piccoli imprenditori e famiglie, stanno lavorando con difficoltà per rialzarsi dopo questa brutta caduta.
Tirare le somme in seguito ad una calamità non è mai incarico semplice. Tuttavia, a quasi un anno di distanza, arriva una buona notizia.
Conversione in bio-carburante del legno delle foreste venete sradicate: l’eredità positiva del disastro.
I quasi 40 ettari di foresta secolare distrutta troveranno un utile impiego. La notizia è stata ufficializzata in questi giorni in seguito al via libera dato da Arpae. Il legno degli alberi verrà finemente triturato e sminuzzato in “cippato”, ossia in minuscole scaglie: in questo modo potrà essere convertito in bio carburante e verrà donato a scuole e imprese della regione Emilia-Romagna.
Il cippato è destinato principalmente a due centrali termoelettriche alimentate a biomasse. La prima, situata a Russi, in provincia di Ravenna, riceverà un quantitativo complessivo pari a 350mila tonnellate, di cui potrà usufruire in 3 anni.
Il secondo impianto sorge presso Finale Emilia (provincia di Modena). Per questa seconda struttura il discorso è diverso: l’impianto risulta non essere ancora in funzione. Di conseguenza gli è stato riservato un quantitativo minore di cippato. I primi rifornimenti di legname veneto verranno recapitati verso novembre, quando i test di attivazione saranno ultimati e la centrale potrà essere avviata.
Qui il link ufficiale della notizia direttamente dal sito internet della Regione Emilia Romagna
La nobiltà del legno: un materiale, innumerevoli utilizzi.
La notizia sul riutilizzo degli alberi sradicati dall’alluvione non può far altro che, per lo meno in parte, renderci felici. La vicenda potrebbe fungere da perfetto esempio di rinascita, la stessa che materiali come il legno implicano sulla base della loro stessa essenza.
Persino dopo un evento calamitoso, in grado di sradicare svariati ettari di foreste, è possibile trarre giovamento da un materiale che, per eccellenza, rappresenta l’efficienza e la rinnovabilità. Lo sfruttamento delle risorse naturali deve entrare a far parte di una nuova logica, fondata sull’utilizzo intelligente e meno invasivo di ciò che abbiamo a disposizione
Il legno si dimostra per l’ennesima volta un vero e proprio regalo da parte di Madre Natura: può essere un carburante come un materiale ottimo per l’edilizia sostenibile. E’ dovere di tutti, quindi, preservarlo ed è per questo che Area Legno ha scelto di rifornirsi solo da foreste certificate PEFC.
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